Le competenze “soft” e quello che non sanno fare i robot (almeno per ora..)

Perché il valore delle soft skills è in aumento rispetto a quello delle hard skills?!? Le “competenze morbide” sono spesso associate all’innovazione e ad un “futuro” digitale: stanno acquisendo un importanza crescente perché coprono zone difficilmente accessibili ai robot (almeno per il momento) Svilupparle vuol dire aumentare la propria “employability” ovvero la capacità di stare sul mercato del lavoro senza farsi soffiare il posto da un BOT..

XXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Osservando le ultime tendenze di chi getta costantemente uno sguardo al “futuro”, non si può fare a meno di notare il marcato accento che viene posto sulle “soft skills” (competenze “morbide”).

Perchè?

Le competenze morbide sono così definite perché meno specialistiche, più trasversali e tendenzialmente più vicine alle caratteristiche personali che all’apprendimento: anche se si possono acquisire, sono in buona parte attribuibili al patrimonio “genetico” di ciascuno di noi ed alla nostra appartenenza al genere “umano”.

Particolarmente sviluppate in età pre-adolescenziale, alcune di queste tendiamo a perderle nel corso della vita, modificandole in base all’educazione ricevuta, agli ambienti che frequentiamo ed al nostro grado di “permeabilità” verso i fattori esterni.

Le competenze “rigide” (hard skills) sono invece più riconducibili all’atto di imparare vero e proprio: leggo un manuale di fai date ed apprendo ad avvitare, forare, serrare etc… poi mi specializzo e divento un falegname, un fabbro, un dentista o un carrozziere.

Nel corso dell’evoluzione le “hard skills” sono diventate più complesse e siamo passati dall’assemblare stecchi di legno e pezzi di roccia a montare rubinetti, progettare mezzi di locomozione, manutenere elettrodomestici o costruire robot che prendono ordini dalla nostra voce.

Volendo semplificare, potremmo dire che le “hard skills” sono a grandi linee quelle che potremmo condensare in un manuale, un tutorial od un supporto informatico mentre le soft skills sono invece più legate al comportamento ed al “modo di fare le cose”.

In migliaia di anni di storia (ed in un paio di secoli di era industriale) ci siamo concentrati molto sulle hard skills… cosa che ci ha consentito di fare passi da gigante nello stile di vita e nel nostro percorso evolutivo.

L’accelerazione digitale ha alzato ulteriormente il tiro, creando le premesse affinché tutte le operazioni “hard” siano svolte automaticamente da robot.

E’ così che nel giro di pochi anni tutte le operazioni catalogabili ed inseribili in manuali più o meno complessi stanno diventando appannaggio di macchine opportunamente istruite ed in grado di “imparare” ad una velocità a cui il genere umano già oggi non è in grado nemmeno di avvicinarsi.

Il genere umano, non potendo evidentemente competere in nessun modo nelle “hard skills”, deve pertanto tornare a sviluppare quelle capacità di cui madre natura lo ha dotato…. concentrandosi sulle soft skills ed orientandosi verso l’acquisizione o il miglioramento di quelle competenze che i robot non saranno in grado di acquisire altrettanto velocemente.

Le macchine ci hanno sostituito e ci sostituiranno in gran parte delle mansioni e dei lavori “automatici” (più o meno complicati ma che sono comunque “hard”): faranno consegne, porteranno a spasso bimbi ed anziani, ci assisteranno ed arriveranno a fare anche un ottimo caffè napoletano…

Sapranno fare di tutto ma difficilmente riusciranno ad acquisire la capacità di ascoltare empaticamente, di replicare l’esperienza umana (fatta dalle miriade di combinazione dei 5 sensi), di rielaborare criticamente le informazioni per potersi “correggere”, di capire profondamente ciò che sta alla base delle emozioni di un individuo o di sostituire la comprensione che un essere umano può dare ad un altro.

La negoziazione, la comunicazione, l’arte, il networking, il teamworking, le risate e la creatività implicano una complessità che la natura ha plasmato nell’uomo in centinaia di migliaia di anni… e che sottende competenze “morbide” difficilmente ripetibili ..

Per questo motivo l’umanità trova il suo senso nelle “soft skills”: lontane dalla sfera di influenza di un’intelligenza (quella artificiale) molto “hard” e poco “contestuale”.

Le competenze “morbide” acquisteranno sempre più importanza… perché saranno le uniche che ci metteranno in condizioni di lavorare in un campo non accessibile ai robot… almeno per un po’..

Leave a Comment