Perchè a volte non dovresti rispondere al telefono..

Rispondere al telefono, essere sempre reperibili, affannarci, stare dietro al ritmo frenetico della vita è diventato un must… qualcosa da cui non possiamo assolutamente sottrarci.

In un mondo sempre più “demanding” siamo diventati macchine da impegni “inderogabili”: qualsiasi cosa facciamo dobbiamo farla al massimo, di corsa, con efficacia e con il minimo impatto sugli altri.

Ogni cosa è una continua rincorsa finalizzata ad inzeppare le nostre giornate fino a scoppiare.

In tutto questo c’è l’ansia di dover essere sempre reperibili, di dover rispondere non solo a noi stessi ma anche a capi, mogli, figli, amici e persone che a vario titolo gravitando nella nostra vita…

Il concetto di inderogabilità è però relativo alla nostra percezione delle cose… a come pensiamo di sentirci giudicati se ce ne sottraiamo o al nostro bisogno di controllo sulla vita e su tutti i suoi aspetti.

Il fatto è che non pensiamo mai al nostro ruolo nel mondo, alla nostra provvisorietà ed al fatto che senza di noi le cose andrebbero avanti lo stesso.

Penso sia capitato a tutti nella vita un imprevisto per il quale non siamo stati in grado di ottemperare ad un qualche impegno… magari una ruota bucata, una febbre improvvisa o un qualsiasi contrattempo che non ci ha consentito di rispettare la rigida scaletta che ogni giorno ci diamo… che cosa è successo in quelle occasioni?

Probabilmente i vostri figli saranno andati a scuola lo stesso, il vostro capo avrà fatto a meno di voi o avrà rimandato al giorno successivo quel lavoro che avreste dovuto fare… probabilmente avrete mangiato lo stesso per cena o vostra moglie/marito non avrà patito troppo la vostra assenza.

Siamo abituati a pensare che siamo indispensabili e che il nostro sia l’unico modo di concepire la vita eppure il mondo è pieno di imprevisti, di cose che non vengono fatte e di persone che sopravvivono anche senza essere completamente soffocate dagli impegni.

Rallentare la nostra percezione non è per niente facile: richiede prima di tutto un totale autocontrollo, una visione più distaccata ed in definitiva anche una buona capacità di lasciar correre e di rinunciare alla perfezione.

Anche nel rapporto con gli altri dovremmo essere meno pretenziosi verso noi stessi e rinunciare a tendere la mano quando siamo impossibilitati a farlo o quando questo ci complica ulteriormente le cose: questo non è un invito a non aiutare il prossimo quando realmente serve ma semplicemente a scremare e filtrare le richieste in modo che esse non siano un ostacolo per noi (e non ci tolgano inutilmente tempo ed energie).

Un esempio classico sono le telefonate: riceviamo telefonate in continuazione di cui la maggior parte o non sono necessarie o aumentano l’entropia delle nostre giornate.

Non rispondere ad alcune telefonate è una scelta di libertà che consente di razionalizzare il nostro tempo, non farci distrarre e riuscire a completare i nostri compiti più velocemente.

Anche se è difficile non rispondere ad una chiamata, tanto più si riesce a farlo, tanto più guadagnamo tempo: le persone che non avranno effettivamente bisogno di noi cominceranno a cercarci meno (non fate troppo affidamento che lo facciano mogli o mariti) e noi eviteremo di farci disturbare e distrarre mentre facciamo altre cose.

Come per le email, prendere l’abitudine di richiamare in precisi momenti della giornata (dedicando il tempo necessario in non più di un paio di frangenti) aiuta a filtrare le richieste ed a razionalizzare il tempo.

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