La prima cosa di cui tenere conto sul posto di lavoro per mitigare i conflitti
“Potete conoscere gli errori di chi vi sta di fronte, ma non potete conoscerne i tormenti”
È molto facile giudicare ma è difficilissimo “sapere”
Non ci prendiamo il tempo di sapere cosa stia attraversando la persona con cui passiamo gran parte del nostro tempo in ufficio, quali siano le sue ragioni, i suoi traumi e i suoi “perché”.
Non possiamo sapere perché qualcuno si sta tirando indietro o non si impegna come noi… perché stia sbagliando o perché non stia riuscendo a fare qualcosa che per noi è relativamente semplice.
Quasi mai c’è una vera intenzionalità in atteggiamenti che riteniamo sbagliati o lesivi.
La verità è che giudichiamo sempre l’ultimo miglio e la parte visibile, ma non siamo al corrente della reale portata delle difficoltà e dei pesi che ciascuno di noi porta.
Dovremmo essere più indulgenti nei confronti degli altri perché non potremmo mai conoscere la loro esperienza… e non potremmo mai conoscere come avremmo reagito noi o come ci saremmo comportati a valle di quella esperienza.
Non tutto è giustificabile ma è facile comprendere quanto potremmo rimettere in una prospettiva “funzionale” gli atteggiamenti degli altri se solo li conoscessimo più a fondo.
Non è una questione di empatia e buonismo ma una questione logica ed estremamente pratica: più ci conosciamo, più ci perdoniamo, più abbiamo fiducia l’uno nell’altro e più lavoreremo bene insieme in un clima più “disteso” di cui tutti possiamo beneficiare.
Questo vuol dire prendersi il tempo per conoscerci meglio… anche quando chi abbiamo di fronte non ci invita a farlo.