Talento, equità e meritocrazia

In un mondo in cui il merito non è sempre attribuibile al talento, bisogna stare attenti a come misuriamo il potenziale di una persona….

Partiamo tutti da punti diversi: un bambino del Malawi non ha le stesse possibilità del figlio di un carpentiere italiano… e il figlio di un carpentiere italiano non ha le stesse possibilità di un figlio di due dirigenti.

Ne parla bene Michael Sandel nel libro “la tirannia del merito” in cui evidenzia come il contesto culturale, l’educazione e l’accesso ad ambienti privilegiati falsi completamente le statistiche degli uomini di “successo”.

Troppo spesso misuriamo il successo dal punto di arrivo di una persona ma conosco amministratori delegati che sono diventati capi azienda sotto decreto regio e altri che hanno percorso una via molto più lunga facendosi strada fra migliaia di persone.

Quindi chi è più talentuoso se il punto di arrivo non può essere preso come riferimento valido?

Come dice Adam Grant nel suo libro “il potenziale nascosto”, la vera misura della capacità di una persona non è l’altezza della vetta che ha raggiunto ma quanto ha scalato per arrivarci…

Se dovete fare una selezione o vi capita di “giudicare” l’operato di una persona, osservate sempre la strada che ha fatto per arrivare dove è arrivata.. e concentratevi sui chilometri percorsi più che sulla destinazione che ha raggiunto.

E’ utile per avere una misura “equa”, per scegliere professionisti migliori e per andare nella direzione di ambienti veramente “meritocratici”.

Leave a Comment