Perchè gestire un’azienda come una comunità (la storia di Barry-Wehmiller)

Fondata fra il 1880 ed il 1890 a St. Louis, Barry-Wehmiller è un’azienda da 3 miliardi di dollari che fabbrica macchinari per l’industria della birra e che nel 2008 era sul punto di fallire.

Nella grande recessione del 2008, come moltissime altre aziende, Barry-Wehmiller si trovò sul punto di licenziare molte persone.

Ma il suo CEO Bob Chapman (sostenitore del concetto per cui “il successo si misura nel modo in cui un’azienda tocca la vita delle persone”), avviò un “programma di sacrificio condiviso”.

Invece di ridurre l’organico, chiese a tutti i dipendenti, senza distinzione di ruolo, di prendersi un congedo obbligatorio di 4 settimane in un periodo a loro scelta.

Chapman si ridusse lo stipendio, sospese i premi ai dirigenti e ridusse le spese di viaggio facendosi approvare il piano dai sindacati (cosa che deve essere stata piuttosto difficile dal momento che la storia insegna che la miopia imprenditoriale colpisce indistintamente tutti i livelli dell’organizzazione).

Barry-Wehmiller uscì dal periodo di recessione e nel 2010, quando il mercato si riprese, annunciò risultati finanziari record.

Tutti sanno che se non c’è mercato “non ci sono possibilità”… e che quando c’è un periodo di crisi (di cui non si può conoscere la fine), un piano licenziamenti è la scelta più facile sul breve termine.

Ma Chapman ha dimostrato che facendo scelte non convenzionali, quando le cose riprendono, le aziende che hanno comportamenti eticamente migliori e maggiormente sostenibili hanno basi più solide su cui ripartire.

Chapman, insieme ai propri dipendenti, ha stilato un documento chiamato “i principi guida della leadership”, con lo scopo di creare un ambiente fondato su fiducia, orgoglio ed “attaccamento alla maglia” che possa tirare fuori il meglio da ogni singolo componente dell’azienda e che possa costituire una base nei momenti di crisi ed un trampolino in quelli di ripartenza.

E’ ovviamente un caso “fortunato”.. un esempio che non fa statistica ma che è significativo in un periodo in cui nessuno vuol cedere a compromessi (diminuendo, statisticamente, le proprie probabilità di sopravvivere alla volatilità dei mercati).

fonte #55/2021

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