I grandi manager “non lanciano la racchetta”….

Da bambino giocavo a tennis e quando la pallina andava dove gli pareva e non riuscivo a giocare bene, mi arrabbiavo moltissimo e cominciavo a lanciare la racchetta contro la rete…

L’insegnante di tennis (che non sapeva come arginare questa rabbia), mi lasciò fare numerose volte finchè una volta mi richiamò pesantemente (senza mai chiedermi perché mi arrabbiavo o interessarsi dei meccanismi che stavano dietro alla rabbia).

Non essendo John McEnroe, nel crescere la mia rabbia si trasferì dai campi di tennis alle scuole (dove trovai insegnanti che si limitavano a cercare di evitare che “lanciassi la racchetta” anziché cercare di capire perché la lanciassi).

Non avendo preso coscienza della mia emozione e non avendo imparato a gestirla, ho cominciato ad usarla come arma di difesa pensando mi fosse in qualche modo utile.

Crescendo sono riuscito a trasformare la rabbia in grinta, traendone dei vantaggi che mi hanno portato a ricoprire ruoli importanti in rapporto alla mia giovane età.

Quando ottenni una delega del CEO che teoricamente mi “autorizzava” a lanciare le racchette, mi ritrovai improvvisamente a frequentare tavoli in cui la grinta non bastava ed era necessario saper controllare le proprie emozioni.

In men che non si dica la grinta si ritrasformò in rabbia e fui ridimensionato.

Col tempo, ho avuto la fortuna di trovare mentor che mi hanno aiutato a fare chiarezza su concetti che avrei dovuto imparare da bambino e che purtroppo dovrebbero essere insegnati alla maggior parte dei manager che ancora oggi “lanciano continuamente le racchette” durante i consigli di amministrazione.

I miei mentor sono anche grandi manager… a cui è stato insegnato a dare un nome ed un cognome alle proprie emozioni, ad accettarle, ad analizzarle attentamente, a capirle e a gestirle per prenderne la parte migliore (e metterla a disposizione degli altri).

Sono persone autorevoli, amministratori delegati o vice president che hanno risolto già da tempo i problemi causati dal proprio ego (principale responsabile di sentimenti come la rabbia).. e che non hanno bisogno di “lanciare le racchette” perché sono proiettati sempre e solo a guardare la palla….

Di McEnroe ce n’è stato uno solo… il resto dei grandi tennisti (o dei grandi manager), “non lancia la racchetta”!!

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