E se per valutare le persone cominciassimo a quotarle (anche) in borsa?!?

No, non è uno scherzo. Quando si dice che “dovremmo investire nelle persone”, dovremmo poterlo fare anche economicamente..

Peraltro avrebbe molto più senso quotare in borsa le persone anzichè le aziende, visto che il mercato azionario, in completa analogia a quello che avviene con le persone nel mercato del lavoro, non rispecchia il “vero valore” di quello che scambia ma solo il valore “percepito” da una minoranza di soggetti che lo gestiscono…

Come il mercato azionario lo è per le aziende, anche il mercato professionale è condizionato da giudizi parziali che esulano dal nostro “vero valore” e che si concentrano su alcuni aspetti molto specifici (generalmente in un’ottica di “corto raggio”).

Le nostre carriere ed i nostri stipendi hanno così un “trend” più o meno dettato dal ruolo che svolgiamo, senza tenere conto nè delle nostre differenze nè delle nostre potenzialità… e proprio come nella borsa il nostro “valore effettivo” è pertanto soggetto ad interpretazione e ad una certa “volatilità”.

E perchè mai quotare le persone in borsa costituirebbe un differenziale rispetto allo status quo?!?

Se potessimo quotare le persone in borsa, tutti gli “stakeholders” investirebbero in base alla propria esperienza personale (senza guardare a cosa fa “Warren buffet”): tutti sarebbero molto più precisi nell’assegnare valori economici al valore atteso da una persona in una logica di lungo termine.

E se una persona “vale” a 360 gradi, possiamo stare sicuri che ci sarebbero molti “azionisti” disposti ad investire ,con la certezza che il relativo “valore di mercato” rappresenterebbe la persona stessa molto di più dello stipendio che guadagna attualmente o del titolo ricoperto in una funzione.

Se il mercato del lavoro fosse aperto, flessibile ed efficiente, tutti potrebbero investire nella singola persona con la certezza che prima o poi emergerebbe… su un’ottica di lunga distanza potremmo contare sulla crescita dei singoli e sulla loro possibilità di “esplodere” e garantirci dividendi sicuri in barba ale fluttuazioni di un mercato volatile gonfiato da raccomandazioni e logice di breve termine.

In una realtà così fatta, potremmo investire nei nostri colleghi a maggior potenziale.

Ognuno di ha in mente uno o più colleghi/collaboratori su cui “investirebbe” volentieri… ed anche se non sono ancora “quotati”, fateglielo sapere.. chissà che questo non vi faccia maturare una sorta di “diritto di prelazione” quando le loro azioni saranno sul mercato..

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